Una separazione tra coniugi non è oggi
solo il problema di quella coppia che si scioglie ma è un problema sociale che coinvolge gli amici, i colleghi di lavoro,
gli insegnanti dei loro figli, i funzionari della banca che ha concesso il mutuo per la loro casa e tanti altri soggetti…
Come tale va quindi considerato ed affrontato con percorsi di prevenzione ed autoconsapevolezza, di accoglienza ed accompagnamento,
di sostegno ed elaborazione che permettano alla coppia di arrivare, possibilmente,
alla risoluzione del disagio che questo tipo di evento porta con sé.
Nonostante separarsi e divorziare non sia
più un fenomeno marginale e circoscritto, ma venga ormai considerato come uno stadio normale di un percorso di vita, tuttavia
rappresenta ancora nella nostra cultura italiana - a differenza di quanto accade in altri Paesi - quasi un fallimento, una
tragedia personale, relazionale ed economica, che si ripercuote su tutto ciò che sta
intorno ai due coniugi.

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La decisione del giudice, soprattutto nei casi di altissima conflittualità
tra ex coniugi, può cristallizzare le parti nel ruolo di vincitori e vinti; possono
nascere nuove rigidità e nuovi antagonismi. L’operare “tecnico” degli avvocati di parte può esasperare
ancora di più il conflitto, che non coinvolge solo gli attori che lo alimentano ma anche tanti altri “spettatori”
che rischiano di subirne gli effetti, primi tra tutti i figli. Nello stesso ambito legale è maturata la convinzione che per
risolvere adeguatamente le divergenze familiari sia necessario un percorso nel quale possano essere presi in considerazione
tutti gli aspetti, anche e soprattutto emozionali e psicologici della coppia, ed occorra riconoscere alla coppia la capacità
e la possibilità di trovare le migliori soluzioni del conflitto e decidere cambiamenti per il futuro. E’ per questo che è nata la mediazione familiare.
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