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"I primi passi" Vincent Van Gogh 1885 |
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MeF Grosseto |

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Centro per la Mediazione Familiare Sistemica - Grosseto |
La Mediazione Familiare
Risoluzione alternativa e adeguata delle controversie
"Il Generale Von Clausewitz diceva:
"La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi".
Nelle coppie succede a volte che i rapporti amorosi proseguano oltre la separazione, trasformandosi
in un rapporto di odio. Il fine è sempre lo stesso: quello di poter mantenere il legame. Per noi il conflitto, dentro una relazione di coppia, ha molti
significati. Possiamo dire che può essere un mezzo per rimanere uniti nel tempo, può essere una modalità che ferma il tempo
evolutivo, può essere un modo per affrontare le eventuali crisi coniugali che il ciclo di vita impone a tutte le persone ecc…
Il conflitto in quanto
tale si può rappresentare come un significante che è in grado di veicolare tanti significati. La peculiarità della Mediazione è quella di non entrare nel
merito del conflitto, nella dimensione di chi ha torto e chi ha ragione ma di cercare soprattutto di far cogliere ai due protagonisti
della relazione di coppia l’uso del conflitto in quanto tale; di consentire un’apertura di “nuove aree” che siano contenitive del
conflitto stesso.
Lo scopo della Mediazione non è quello di sanare il conflitto ma quello di poter ampliare
una relazione tra i membri della coppia in modo tale che questo diventi uno dei tanti colori possibili".
Dott. Stefano Fantozzi
Psicoterapeuta - Mediatore Familiare
(dagli Atti del Convegno: "La Mediazione Familiare - Trasformazione della Relazione
per l'Affidamento Condiviso" - Grosseto 20 ottobre 2007)
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Il modello sistemico
(Irving - Ardone - Malagoli Togliatti - Saccu)
In questo modello la priorità è data dalla soluzione di aspetti emotivo-affettivi connessi alla separazione.
L'obiettivo è quello di "contenere" l'impatto delle decisioni più coinvolgenti come quelle relative ai figli, alla divisione
dei beni, al sostegno da offrire al coniuge.
E' concesso ampio spazio all'espressione delle emozioni, connesse al conflitto, per la cooperazione per il futuro.
Compito del mediatore è quello di creare un'atmosfera meno conflittuale possibile, proteggere i figli dalle controversie
degli adulti e ristabilire un minimo di armonia familiare con una posizione di equidistanza (non neutralità) ed
un lavoro di rilettura e ridefinizione delle dinamiche relazionali.
La coppia viene aiutata a fronteggiare le emozioni che bloccano le soluzioni dei vari problemi.
Si lavora nel quì ed ora; il racconto della storia della coppia è utile solo per comprendere meglio il presente.
Sono presi in considerazione gli aspetti relazionali, non il simbolico-esperienziale come nella psicoterapia.
A volte è prevista la presenza dei figli nelle sedute di Mediazione Familiare.
I BAMBINI: PICCOLI ULISSE TRA SCILLA E CARIDDI
Carmine Saccu—Giovanna Montinari (da "La Coppia in crisi"
Andolfi-Angelo-Saccu ed. ITF 1988)
“Sotto il colpo deciso della mazza il sasso si era diviso in due parti; ognuno schizzando via di lato,
giaceva inerte senza memoria del suo passato. Fra loro uno spazio che ci hanno insegnato a chiamare vuoto. Poco più in là
anche i cocci di un vaso antico giacevano inerti, ma una mano attenta li andava ricomponendo finché il guerriero, la lancia
e il cavallo ricomparvero nella primitiva interezza. Ognuno dei cocci portava con sé un pezzo dell’altro. Lo spazio
tra loro manteneva traccia di una memoria antica avvertita come presenza. Più distante nel tempo un uomo e una donna sedevano
lontani tra loro. Lo sguardo cupo e le parole sferzanti rievocavano un passato denso di significato. Da qualche mese quell’uomo
e quella donna non erano più una coppia...
...I piccoli Ulisse si muovevano esperti tra Scilla e Cariddi,
introducendosi nell’area del simbolico, per leggere ruoli e funzioni che avevano intrapreso o si accingevano ad intraprendere
come riflesso di modalità interattive, di desideri e bisogni profondi, di fantasmi angosciosi.”
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...uno spazio per superare il conflitto e ristabilire la comunicazione...
Cariddi (colei che risucchia) |

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Scilla (colei che dilania) |
Il mito di Scilla e Cariddi
Sin dall'antichità lo
Stretto di Messina è stato un luogo ricco di suggestione, fascino e mistero. Non è difficile anche oggi immaginare che in passato questo tratto di mare doveva essere considerato
tra i più impegnativi da oltrepassare a causa delle forti correnti, rapide ed irregolari, che
scontrandosi danno luogo ancora oggi ad enormi vortici. Scilla (colei che dilania) e Cariddi (colei
che risucchia) sono le due figure mitologiche più famose dello Stretto di Messina, citate anche da Omero nell’Odissea
e da Virgilio nell’Eneide. Sono due ninfe vittime entrambe di un crudele destino: Scilla, figlia di Crateide, era una ninfa stupenda che si aggirava nelle spiagge di Zancle (Messina) e fece
innamorare il dio marino Glauco, metà pesce e metà uomo. Rifiutato dalla ninfa, il dio marino chiese l’aiuto della maga
Circe la quale però innamorata di lui ed offesa dalla sua scelta decise
di vendicarsi preparando una pozione da versare nella sorgente in cui Scilla si bagnava.
Appena Scilla si immerse, il suo corpo si trasformò e la sua parte inferiore accolse sei cani, ciascuno dei quali con
una orrenda bocca con denti appuntiti posta su colli lunghissimi con i quali, come serpenti, potevano afferrare
esseri viventi da divorare. Scilla si nascose in un antro presso lo stretto di Messina sulla costa della Calabria. Sulla costa siciliana si oppone Cariddi, ninfa mitologica greca, figlia di Poseidone e di Gea,
tormentata da una grande voracità. Scagliata da Giove sulla terra insieme ad un fulmine, risucchiava periodicamente dal
mare grandi quantità di acqua che poi rigettava, dopo aver divorato pesci ed esseri umani per sfamarsi, provocando enormi
gorghi nei quali naufragavano le navi.
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